LE   ORIGINI.

 

Nel Libro dei Battesimi della parrocchia di San Lorenzo di Lugo, alla data del 27 dicembre 1730, e' registrato il battesimo di " Giovanna Faccani, figlia di Simone e Caterina Faccani coniugi legittimi. Compare Sabbadino Ponsetti, tutti di questa parrocchia".

E' questa la piu' antica scrittura in cui troviamo citato, a parte l'errore di scrittura del prete, un membro della famiglia Ponseggi. Si tratta del capostipite della famiglia : tutti i Ponseggi che e' possibile trovare nei vari documenti dei decenni e dei secoli seguenti fino ai giorni nostri, sono suoi figli, poi nipoti, poi pronipoti ecc. Da lui fino ai Ponseggi oggi bambini siamo alla nona generazione, dieci se contiamo anche il padre, di cui conosciamo solo il nome : Giovanni.

Oltre al cognome, Sabbadino, o Sabadino, o Sabbatino, ( tutte traduzioni del latino Sabbatinus, "nato di sabato"), ha dato il soprannome ( SABADẼN ) ai suoi discendenti e alla famiglia in generale : gia' dalla generazione dei suoi nipoti si comincia a trovare nelle varie scritture negli archivi delle chiese, vicino al nome, la dicitura "detto Sabadino" e per le loro vedove "detta la Sabadina".

Dopo questa prima scrittura, in cui, facendo da padrino ("compare") alla figlia del suo probabile cognato, o futuro cognato, troviamo occasionalmente citato Sabbadino, ne troviamo, a partire dal 1735, molte altre in cui e' il diretto interessato : i battesimi dei figli avuti da Caterina Faccani, omonima della moglie di Simone Faccani (nata Feruzzi) e probabilmente sorella di quest'ultimo.

Nel 1737 troviamo nel libro dei morti di San Lorenzo, alla data del 4 settembre, "Antonio figlio del fu n. Ponsecchj, anni 60": dall'eta' che aveva poteva essere un probabile zio di Sabbadino, fratello del padre Giovanni. Il prete non ne conosceva la paternita', e se l' e' cavata con un n. : allora era cosa comune che i preti fossero molto approssimativi in queste registrazioni, quando addirittura non commettevano errori incredibili, con scambio di nomi, eta' sbagliate, nomi storpiati.

A questo proposito, la versione piu' comune del cognome Ponseggi nei libri di San Lorenzo, che rappresentano le testimonianze dirette piu' antiche finora conosciute, e' appunto Ponsecchj, almeno fino alla meta' del settecento.

Questo fatto ci porterebbe a pensare che questo fosse il cognome originario; come vedremo in seguito invece il cognome allora era come oggi: si trattava solo di un nuovo errore del prete.

Un altro problema e' la provenienza della famiglia.

Come abbiamo visto, nel 1730 e negli anni successivi i Ponseggi, o meglio, l'unico Ponseggi, a parte il probabile zio morto senza discendenti, viveva a San Lorenzo.

Prima di tale anno pero' qui non si trovano tracce ne' della sua presenza, ne' della sua nascita, ne' della morte del padre Giovanni. Cio' fa pensare che la famiglia Ponseggi venisse da fuori. D'altra parte, considerando che i preti storpiavano tanto il nome di Sabbadino, siamo portati a pensare che non lo conoscessero tanto bene. Ma da dove proveniva?

Il fatto che la famiglia Ponseggi fosse unica in tutto il territorio di Lugo puo' far pensare che la famiglia venisse da lontano.

Sorprendentemente, invece, nella Storia di Lugo del Bonoli, pubblicata nell'anno 1732, la famiglia Ponseggi (scritta proprio cosi') e' citata fra le " famiglie antiche dalle quali per lo piu' venivano eletti li consiglieri del vecchio Consiglio delli 72, poi di 30, poi di 18,poi di 24 e finalmente di 32".

Queste famiglie, come dice il Bonoli, sono elencate senza alcun ordine, per cui sono mescolate le antiche e le moderne, "le nobili alle civili e a quelle di campagna", per cui non e' possibile risalire ad un periodo preciso.

Facendo alcune considerazioni e' possibile pero' fissare un limite superiore a questo periodo. A questo scopo occorre fare una premessa sull'antico Consiglio comunale di Lugo.

L'antico Consiglio di Lugo era di 72 consiglieri e fu stabilito dagli antichi Arcivescovi di Ravenna nei primi secoli che ebbero la signoria di Lugo. I 72 erano presi sia dalle famiglie del castello, che dal territorio, " entrandovi li capi delle piu' benestanti dell'altre". Costruiti poi i "Borghi" (i quartieri del Limite, di Codalunga, di Brozzi e di Cento), furono depennati quelli del territorio e vennero sostituiti da quelli dei Borghi.

Questo antico Consiglio di 72 consiglieri si mantenne in essere fino al 1517, anche se dal 1497 in poi fu piu' volte ridotto di numero a 20 o a 30 fra i soli nobili e poi ripristinato.

Nel 1517 il Duca Alfonso I d' Este voleva denaro dai Lughesi per sostenere la guerra contro il Pontefice. "Avendo in un Consiglio Generale ricevuto da' Consiglieri, e specialmente dalli popolari, una favata nera", cioe' una bocciatura della proposta, il rappresentante del Duca ottenne dallo stesso di cacciare i popolari dal Consiglio e di ridurlo a 18, aumentati poi a 24, ovviamente fra i nobili. Cosi' resto' fino al 1540. Ne furono poi aggiunti altri 8 fra i mercanti e gli artigiani. Cosi' resto' fino al 1598, quando Lugo passo' al dominio diretto del Papa, che ordino' che il Consiglio fosse di "40 consiglieri dei piu' nobili e benestanti degli altri". Il Bonoli elenca questi primi consiglieri del Pontificio Consiglio e non ci sono Ponseggi, come non ce ne sono nel successivo elenco delle famiglie che ne hanno fatto parte fino al 1731.

La famiglia Ponseggi compare invece, come si e' detto, fra "le famiglie antiche dalle quali per lo piu' venivano eletti li consiglieri del vecchio Consiglio delli 72, poi di 30, poi di 18, poi di 24 e finalmente di 32".

La famiglia Ponseggi non era certamente nobile: non c'e' bisogno di dire che non compare nelle Tavole Albriziane, dove a meta' del 700 vennero segnate le famiglie patrizie lughesi, ne' in altri antichi documenti. Basta dire che i figli di Sabbadino, e quindi presumibilmente anche lui e suo padre, facevano i contadini.

Da cio' si desume che la famiglia Ponseggi ha fatto parte del Consiglio Comunale prima della cacciata dei popolari, cioe' del consiglio dei 72, quindi sicuramente prima del 1517, molto probabilmente prima del 1497. Se poi sia stato nel 1400, nel 1300, o addirittura prima del 1000, non si puo' dire.

L'unico modo per avere notizie piu' precise sarebbe di accedere direttamente ai documenti di cui si e' servito Padre Bonoli verso il 1730 per scrivere la Storia di Lugo, e in particolare al cosiddetto "Libro d'oro" del Comune di Lugo.

A questo punto occorre fare un'altra digressione.

Racconta il francescano Padre Bonoli che nel 1302 il Comune di Lugo, per cercare documenti che potessero servire nella annosa lite fra il clero di Lugo e quello di Barbiano per "il battesimo degl'infanti", invio' due Consiglieri all'Archivio Arcivescovile di Ravenna. Essi trovarono un volume con elementi della storia di Lugo dai tempi di Galla Placidia e dell’Imperatore Giustiniano.

Il Comune chiese "copia legale" di tale volume, e negli anni e secoli successivi continuo' ad aggiungervi tutti i nuovi avvenimenti dal 1302 al 1671 e da molti venne chiamato "il libro d'oro". Nel 1672 il Comune incarico' il francescano Padre Zaccaria dei Cappuccini di scrivere la storia di Lugo e gli consegno' il Libro d'oro.

Circa un anno dopo, racconta padre Bonoli, in assenza di padre Zaccaria, due uomini, spacciandosi per incaricati del Comune, si presentarono al convento e tanto fecero, e tanta urgenza mostrarono, che alla fine riuscirono a convincere il padre guardiano a consegnare loro il libro, dopo aver scassinato la porta della cella di padre Zaccaria. Tralasciamo il racconto del dispiacere e dei guai che ebbe in seguito il povero Zaccaria.

Chi fossero questi due uomini e dove sia finito il libro non lo sapeva nel 1730 il padre Bonoli, ne' si e' piu' saputo.

Nel 1721, 51 anni dopo la perdita del libro, il Bonoli riusci' a trovare gli appunti che padre Zaccaria aveva preso dal libro nell' anno in cui era stato in suo possesso. Con questi, e con altri documenti, scrisse poi la Storia di Lugo.

Il testo originale della Storia di Lugo, con correzioni autografe di Bonoli, da me esaminato presso la Biblioteca Comunale "Trisi" di Lugo, non contiene, a proposito del citato elenco dei consiglieri, nulla di piu' di quello che e' stampato nelle copie in commercio. Visto che non esiste piu' il "Libro d'oro", bisognerebbe trovare gli appunti di padre Zaccaria. Non si sa pero' se ancora esistano e dove sia possibile cercarli. In ogni caso, se il Bonoli ha elencato le famiglie dell’antico Consiglio Comunale in modo disordinato, il motivo piu' probabile e' che lo fossero anche negli appunti di cui si e' servito.

Ricerche da me eseguite su antichi documenti e pergamene custoditi presso l'Archivio Storico della Biblioteca "Trisi" di Lugo hanno dato esito negativo. Infatti i documenti disponibili, gli Atti del Consiglio Comunale, recanti i nomi dei consiglieri, sono del periodo estense 1497-1521, quindi fuori o al limite del periodo piu' probabile innanzi definito.

Esistono alcuni documenti piu' antichi, del 1300-1400, come atti notarili e contratti della Comunita' con nomi dei consiglieri, ma si tratta di tracce molto parziali, limitate a pochi anni. Spesso poi sono anche scarsamente leggibili.

Esistono poi lunghi elenchi di famiglie alle quali sono state assegnate a varie riprese terre bonificate. Molti dei cognomi, sia dei consiglieri negli atti, che degli assegnatari di terre che figurano in queste liste sono gli stessi che compaiono nell'elenco dei consiglieri in cui figura la famiglia Ponseggi, ma in questo caso non se ne trova traccia, ne' ai Ponseggi sono mai toccate terre.

Probabilmente queste venivano assegnate a chi gia' ne aveva, cioe' ai nobili e ai possidenti, e i Ponseggi non appartenevano ne' agli uni, ne' agli altri. La conferma di cio' e' in tempi molto piu' recenti: esiste presso l'Archivio Storico della Biblioteca di Lugo il "Campione Pasolini", Catasto di tutte le terre del Comune di Lugo con relativi proprietari, pubblicato nell'anno 1638. E' un libro scritto in modo molto chiaro e molto ben conservato, per cui non si puo' imputare a scarsa leggibilita' dei documenti o a deterioramento di parte di essi, come spesso accade negli antichi documenti, se la famiglia Ponseggi non figura fra i proprietari di terre.

D'altra parte il Bonoli dice che i 72 dell'antico consiglio appartenevano alle famiglie piu' benestanti. Si puo' quindi pensare che i Ponseggi, pur non essendo nobili o ricchi, qualcosa avessero, o comunque che riuscissero col loro lavoro a cavarsela meglio di altri, e se questo non compare nei documenti del '300-'400 (d'altra parte esistenti e consultati in quantita' troppo scarsa e limitata nel tempo, per costituire una prova), si puo' pensare a tempi ancora piu' lontani.

Documenti anagrafici di nascite, morti, matrimoni per gli anni anteriori al '500 non esistono; solo verso la fine del '500 si comincia a trovare qualcosa negli archivi delle chiese.

L'unica certezza in tutto quello che si e' visto finora e' che la famiglia Ponseggi e' originaria di Lugo sin dai tempi piu' antichi cui e' possibile risalire, che ha fatto parte dell'antico Consiglio di Lugo (e' di "antica nobilta' consigliare", come si dice in qualche testo storico, senza ovviamente dare a "nobilta'" il significato ordinario), e che verso il 1730 aveva un unico ramo localizzato a San Lorenzo, ma trapiantato da non molto tempo. Da qui in avanti abbondano sempre piu' i documenti disponibili e la "preistoria" delle origini della famiglia diventa storia.

IL SETTECENTO : SABBADINO E I SUOI FIGLI

Il seicento ci lascia con l'interrogativo della provenienza della famiglia Ponseggi: l'archivio della chiesa di San Lorenzo e' forse il piu' antico del territorio di Lugo e i libri dei battesimi, esaminati dal 1562 al 1570, dal 1580 al 1599, dal 1660 al 1729 (quest'ultimo intervallo dovrebbe comprendere sia la nascita di Sabbadino, che quella del padre Giovanni, che del probabile zio, Antonio), fatti salvi gli errori dovuti a scarsa leggibilita' di alcune parti, non recano traccia dei Ponseggi, come anche i libri dei morti dal 1684 al 1736. La famiglia doveva quindi provenire da fuori. Anche gli archivi pero' delle due parrocchie del centro di Lugo (S.Maria e San Giacomo) o di alcune frazioni del lughese con archivi parrocchiali che comprendono il seicento (San Bernardino, Santa Maria in Fabriago, Lavezzola), seppure non esaminati per intero, non mostrano tracce della famiglia in quegli anni. Bisogna pensare quindi che provenisse da qualche altra frazione, o che la famiglia, lughese nei secoli precedenti, nel periodo a cavallo fra il seicento e il settecento abbia abitato per qualche anno fuori dal territorio di Lugo.Il seicento ci lascia anche con il mistero del perche' di un unico rappresentante della famiglia che affronta il settecento.

Non e' pensabile che sia sempre esistita, nei secoli precedenti, una sola famiglia Ponseggi: ben difficilmente sarebbe sopravvissuta fino al settecento in tempi in cui (vedasi la storia di Lugo), le guerre, le invasioni, le carestie, le pestilenze erano all'ordine del giorno. In quei tempi sopravvivere, e soprattutto assicurarsi una discendenza, era molto difficile. Scorrendo l'elenco dei "colleghi" dell'antico Consiglio, circa la meta' dei cognomi citati non esistono piu'.

Una sola famiglia, prima o poi, per qualche accidente si sarebbe estinta, come e' successo a tante altre.

E' piu' probabile quindi che nei tempi antichi ci fossero piu' rappresentanti della famiglia, e che il seicento, con la sua peste del 1630, la guerra del 1641-44, la grande carestia del 1648, sia stato come un collo di bottiglia attraverso il quale e' riuscito a passare un solo ramo della famiglia, che ha consegnato al secolo successivo, per una nuova espansione, un solo rappresentante: Sabbadino.

Verso il 1677 nasce il gia' citato Antonio (ANTO0091). Non si conosce il nome del padre, ne' il luogo di nascita.

Piu' o meno in quegli anni doveva nascere Giovanni (GIOV0090), probabilmente fratello di Antonio. Di lui non si sa niente: ci e' noto solo per essere il padre di Sabbadino.

Certamente tutti e due furono testimoni del terribile terremoto, per fortuna senza vittime, ma con molti danni, del 1688. (Vedi Storia di Lugo)

Nel 1708, se diamo credito all' eta' dichiarata nell'atto di morte, da Giovanni nasce Sabbadino Pietro Sebastiano Maria (SABB0100). Quest'ultimo nome, che troviamo aggiunto al suo in occasione della nascita del figlio Antonio, che a sua volta lo ha come secondo nome, puo' farci pensare forse al nome della madre, che non conosciamo. Non conosciamo neanche il luogo della sua nascita.

Sabbadino passa i suoi primi anni in una Lugo, o nei dintorni, occupata dai soldati tedeschi durante la guerra di successione spagnola, con passaggi di eserciti e razzie. Negli anni successivi la famiglia si trasferisce a San Lorenzo. Il padre quasi certamente era gia' morto, perche' a San Lorenzo non se ne trova traccia.

Qui entra in contatto con la famiglia Faccani. Come gia' detto, nel 1730 fa da padrino a Giovanna, figlia di Simone Faccani e Caterina Feruzzi.

Piu' o meno in questi anni sposa Caterina Faccani di Filippo. A San Lorenzo comunque non si trova traccia del suo matrimonio negli anni dal 1700 al 1737, ne' a Lugo, ne' a San Bernardino.

Col territorio lughese di nuovo invaso dai soldati tedeschi, come ai tempi dell' infanzia di Sabbadino, questa volta per la guerra di successione polacca, nasce nel 1735 il figlio Giovanni (GIOV0200), che prende il nome del nonno defunto. Nel 1737, a 60 anni, muore Antonio.

Nel 1738 nasce Antonio Maria (ANTO0210), che ne riprende il nome.

Nel 1741 nasce Domenica Maria (DOME0220) e nel 1744, col lughese di nuovo teatro di razzie di diversi eserciti per la guerra di successione austriaca, nasce Giuseppe (GIUS0230).Nel 1746 a cinque anni muore Domenica Maria, di cui riprende il nome Domenica (DOME0240), nata nel 1749 e morta a 15 giorni. Nasce infine nel 1752 Maria Maddalena (MARI0250).

Dai documenti riguardanti le Cresime, che avvenivano a Lugo, dei suoi figli Antonio, Giovanni, Giuseppe, Maddalena (i primi due sono stati cresimati nel 1745 e risultano di San Lorenzo; il terzo, cresimato nel 1753, risulta residente a Lugo, come anche la quarta nel 1761) si deduce che la famiglia Ponseggi si e' trasferita da San Lorenzo a Lugo nella parrocchia di S.Petronio e Prospero, attuale San Giacomo, tra la fine del 1752 e l'inizio del 1753, visto che era ancora a San Lorenzo nel 1752, quando e' nata Maria Maddalena.

Non e' noto il lavoro della famiglia Ponseggi a San Lorenzo e successivamente a Lugo, ma certamente facevano i contadini, come risulta certo per tutti i figli e i nipoti alla fine del secolo e all'inizio del successivo.

A Lugo nel 1758 Giovanni sposa Diamante Verlicchi e nel 1762 nasce Maria Annunziata (MARI0300), morta a 22 giorni.

Nel 1762 nasce Paolo (PAOL0301), nel 1763 Vincenzo (VINC0302), nel 1766 Giacomo (GIAC0303), morto a 4 giorni, e nel 1768 un altro Giacomo (GIAC0304). Un mese dopo muore a 36 anni la moglie Diamante, molto probabilmente per infezioni successive al parto, molto comuni a quei tempi.

A meta' di quello stesso anno 1768 era morto Sabbadino a 60 anni.

Tanti morti in questi anni forse non sono una coincidenza: era quello un brutto periodo, sappiamo che dal 1763 al 1772 si succedono carestia, ripetute alluvioni, febbri terzane mietevano vittime, nuova carestia per cui "li contadini si morivano di fame". (Vedi Storia di Lugo)

Presumibilmente verso il 1770 Antonio sposa Francesca Toschi e il primo figlio, nato nel 1771, prende il nome del nonno morto tre anni prima: Pietro Sabbatino (PIET0310). Nascono poi nel 1773 Diamante (come la zia morta 5 anni prima) (DIAM0311), nel 1775 Andrea (ANDR0312), nel 1778 Angiolo (ANGI0313), nel 1780 Matteo (MATT0314), morto a poco piu' di un mese, nel 1781 un altro Matteo (MATT0315), nel 1784 Michele (MICH0317), nel 1786 Agostino (AGOS0316), morto a meno di tre anni, nel 1787 Paola (PAOL0318), morta a 11 mesi e nel 1790 Agostino (AGOS0319).

Nel 1773 Maria Maddalena aveva sposato Giuseppe Tarroni.

Nel 1777 il terzo figlio di Sabbadino, Giuseppe, aveva sposato Annunziata Ricci Bitta e nel 1779 era nata la figlia Mattia Giovanna (MATT0320), nel 1780 Luigi (LUIG0321), nel 1783 Caterina (CATE0322), nel 1785 Francesco (FRAN0323), nel 1788 Giovanni Antonio (ANTO0324) e nel 1790 Anna Maria (ANNA0325).

Quello stesso anno 1790 muore Giuseppe a 45 anni, lasciando la moglie Annunciata e sei figli da 0 a 11 anni.

Il 6 febbraio del 1793 muore Caterina Faccani all' improbabile eta' di 102 anni, incompatibile sia con l'eta'del marito, che dell' ultima figlia. Probabilmente ne aveva 82.

Sedici giorni prima a Parigi moriva decapitato il re Luigi XVI con la regina Maria Antonietta: qualche anno prima, nel 1789, era scoppiata la Rivoluzione Francese .

 

 

LA GENERAZIONE DEI NIPOTI : I TRE RAMI NEL PRIMO OTTOCENTO

Il 23 giugno 1789, esattamente tre settimane prima della presa della Bastiglia (14 luglio), nasce la prima pronipote di Sabbadino, Anna, figlia di Paolo di Giovanni.

Prima della fine del secolo nasceranno 8 pronipoti e in totale entro i primi decenni dell' '800 saranno una cinquantina. Non tutti sopravviveranno, qualcuno non supera alcuni anni, qualcuno solo pochi giorni, ma i sopravvissuti espanderanno ancora di piu' l'albero della famiglia, che in meno di un secolo, passata attraverso la strettoia del passaggio fra il '600 e il '700 con il solo tronco Sabbadino, si e' divisa in tre rami (i tre figli maschi Giovanni, Antonio, Giuseppe) e si e’ ramificata con nipoti e pronipoti.

Il ramo del figlio maggiore Giovanni e' quello che si e' moltiplicato per primo, coi suoi figli come gia' si e' visto fino dal 1760 e coi nipoti cominciando da Anna nel 1789.

Segue il ramo del secondogenito Antonio, che tra figli (dal 1771) e nipoti (dal 1793) e' quello che si espande di piu'.

Germoglia poi il ramo cadetto di Giuseppe coi figli dal 1779 e i nipoti dal 1807.

I tempi del primo sviluppo di questi tre rami, lo scorcio del '700 e i primi decenni dell' '800, sono molto duri.

Gli effetti della rivoluzione francese arrivano a Lugo nel 1796: il 23 giugno Lugo viene occupata dai francesi con uccisioni e saccheggi. In seguito vengono aboliti gli ordini religiosi. C'e' la coscrizione obbligatoria per tutti i cittadini maschi. Si hanno ribellioni contro i francesi, soffocate nel sangue. Nelle alterne vicende di Napoleone, eserciti francesi e alleati austro-inglesi si succedono diverse volte, sia negli anni 1799-1801 a cavallo dei due secoli, che nel periodo 1813-1815.

La restaurazione dello Stato Pontificio dopo il periodo napoleonico aggiunse tasse e persecuzioni.

Fino alle soglie del terzo decennio, ma in particolare fino al secondo, si hanno poi malattie, morie di bestiame, carestie spaventose, causate sia dal passaggio degli eserciti, che da fattori meteorologici particolarmente avversi.

Tutti questi elementi influenzano lo svolgimento della vita dei lughesi, che si trovano quasi costantemente alla fame. (Vedi Storia di Lugo).

Molto probabilmente la famiglia e' rimasta unita anche dopo la morte di Sabbadino. Probabilmente il primo a uscirne, ma non abbiamo elementi per dirlo, e' stato Giuseppe dopo il suo matrimonio, cioe' dopo il 1777, ma piu' probabilmente piu' tardi, quando, nati alcuni figli, la famiglia ha cominciato a diventare troppo numerosa.

Siamo certi invece dell'uscita di Paolo, figlio di Giovanni, poco prima del 1790, in seguito al matrimonio. Restano insieme invece i due fratelli Giovanni e Antonio coi loro figli. Dopo il 1790, anno della morte di Giuseppe, Vincenzo, figlio di Giovanni, si trasferisce presso i cugini orfani.

E' questa la situazione che troviamo alle soglie dell' '800, che troviamo fotografata in alcuni Stati delle anime, di San Bernardino per Paolo, di S.Petronio e Prospero in Lugo per gli altri. Le date indicate in questi stati delle anime non corrispondono alle eta' dei personaggi, per cui, o le date non sono originali, ma aggiunte in seguito in modo errato, oppure i preti li riciclavano da un anno all'altro senza aggiornarli. Certo e' che negli anni a cavallo dei due secoli, a cui senza dubbio risalgono, con i francesi a Lugo che saccheggiavano le chiese, con lo scioglimento degli ordini religiosi e con tutto il resto, i preti avevano altro da pensare!

IL RAMO DI GIOVANNI (GIOV0200)

Il ramo di Giovanni viene portato avanti unicamente dal primogenito Paolo (PAOL0301). Tolti i figli morti a pochi giorni dalla nascita (Maria Annunziata nel 1760 e Giacomo nel 1766), rimangono Paolo, Vincenzo (VINC0302) e Giacomo (GIAC0304).

Vincenzo, come vedremo, si occupera' degli orfani dello zio Giuseppe, morto nel 1790 con 6 figli da 0 a 11 anni, restando con loro fino alla morte.

Giacomo rimane col padre Giovanni in casa con Antonio e la sua famiglia e muore a 32 anni nel 1800 senza sposarsi, si ignora se per malattia o per motivi legati agli avvenimenti di quegli anni.

Giovanni muore nel 1807.

Paolo, sposatosi con Apollonia Bosi e trasferitosi a San Bernardino gia' prima del 1790, genera diversi figli: nel 1789 la gia' citata Anna (ANNA0400), nel 1791 Felice (FELI0401), nel 1792 Giuseppe Adamo (GIUS0402), morto a 8 giorni.

Nel 1793 rimane vedovo e alcuni anni dopo sposa Giovanna Maria Calderoni, da cui nascono nel 1799 Apollonia (APOL0403), morta a tre anni nel 1802, nel 1801 Teodora (TEOD0404), morta a 1 anno nel 1802, nel 1802 Giovanni (GIOV0405), nel 1804 Innocenzo (INNO0406) e nel 1806 Lucia (LUCI0407), morta a 27 giorni.

In questi anni lo troviamo fattore, con la moglie e i figli sopravvissuti, nel palazzo Carandini alla Marmana, zona fra S.Bernardino e Voltana.

Nel 1804 ha anche il "garzone": "Ponseggi Paolo (43) fattore, Giovanna Caldironi moglie (30), figli: Anna(15), Felice (14), Giovanni (2), Sebastiano Tazzari (18) garzone. Palazzo Marmana" (SSG103).

In seguito diventa possidente e si trasferisce a San Giuseppe in Voltana, l' odierna Chiesanuova.

Unico tra i figli e i nipoti di Sabbadino, Paolo e' riuscito a raggiungere un certo stato sociale, diventando prima fattore, poi proprietario.

Da questo momento in avanti pero' la sfortuna si accanisce su di lui: in meno di venti anni muoiono tutti i suoi figli e lui stesso. Nel 1815 muore Felice a 24 anni, nel 1819 Anna a 30 anni, nel 1827 muore lo stesso Paolo, nel 1828 muore Innocenzo a 24 anni e nello stesso anno il fratello Vincenzo, che viveva con la famiglia del cugino Francesco. Nel 1829 muore la moglie Giovanna Calderoni.

Nel 1830 muore Giovanni.

Evidentemente in questo vero e proprio sterminio della famiglia hanno influito la miseria e le malattie di quegli anni (vedi Storia di Lugo).

Alla fine degli anni ''20, di tutta la famiglia di Paolo e di tutta la discendenza di Giovanni (GIOV0200) non resta forse che Filippo (FILI0500) figlio di Felice, di cui non si hanno piu' notizie.

Il ramo di Giovanni si e' cosi' estinto.

 

 

IL RAMO DI ANTONIO (ANTO0210)

A fine secolo la famiglia dei due fratelli Antonio e Giovanni si trova nella parrocchia di S.Petronio e Prospero ed e' composta da Antonio con moglie e figli e da Giovanni col figlio Giacomo, che muore nel 1800, in una casa di proprieta' Carrandini.

Forse non e' una coincidenza il fatto che Paolo, trasferitosi verso il 1790 a San Bernardino, abitasse in una proprieta' Carrandini.

Alcuni anni dopo, attraverso lo Stato Civile Napoleonico, apprendiamo che Antonio e famiglia (Giovanni ormai e' morto nel 1807) abitano in "esterno S.Petronio e Prospero 38", cioe' sulla strada che da Lugo va a Sant'Agata sul Santerno. Se non avevano cambiato casa nel frattempo, e' li' che si trovava la casa Carrandini. Non lontano da li' (S. Petronio e Prospero 10) si trovava la famiglia del ramo di Giuseppe.

Antonio ha dieci figli, come abbiamo gia' visto. Tolta Diamante (DIAM0311), che nel 1808 sposa Domenico Montanari, e i figli morti in giovane eta' o non sposati (Michele MICH0317), restano i figli maschi Pietro Sabbatino (PIET0310), Andrea (ANDR0312), Angiolo o Angelo (ANGI0313), Matteo (MATT0315) e Agostino (AGOS0319).

Quest' ultimo, il piu' giovane, nato nel 1790, sposa Paola Gordini, ha un figlio, Giacomo Antonio (GIAC0449), nel 1816, che muore a 15 giorni. Non si hanno piu' notizie di lui. Forse la carestia, il tifo e il vaiolo di quegli anni hanno avuto ragione anche di lui.

Restano, a dare una discendenza ad Antonio, gli altri quattro figli.

Il maggiore, Pietro Sabbatino (PIET0310), sposa Lucrezia Ricci Pettitoni e ha 6 figli, di cui cinque viventi: Custode (CUST0410), Domenico Giuseppe (DOME0411), Antonio (ANTO0412), Sebastiano Giuseppe (SEBA0414), Giovanni Gaspare (GIOV0415). La nascita degli ultimi figli avviene nel periodo dell' invasione francese: nel battesimo di Antonio nel 1797 i genitori sono chiamati "cittadini".

Dopo il matrimonio Pietro si era spostato nella parrocchia di S.Francesco da Paola, cioe' nella zona del centro. Abbandonata la terra, i suoi figli non fanno piu' i contadini come i loro antenati e la loro famiglia di provenienza, ma danno origine ad un ramo cittadino. Dallo Stato Civile Napoleonico risulta che i suoi figli fanno: Sebastiano il barbiere, Domenico il falegname, Antonio, Custode e Gaspare i calzolai. In seguito Custode sara' impiegato comunale e Sebastiano fornaio.

Dei figli di Pietro, due non si sposano (Domenico e Sebastiano), Gaspare ha due figli, che muoiono in tenera eta'.

Custode e Antonio porteranno avanti il ramo del nonno Antonio.

Andrea (ANDR0312), sposata Margherita Cortesi, esce dalla famiglia: lo troviamo inizialmente a Bizzuno "casante", poi a Lugo. Ha cinque figli: Giacoma (GIAC0420), Colomba (COLO0421), Costantino (COST0422), Natale (NATA0423), Santa (SANT0424). Non si hanno in seguito piu' notizie dei due figli maschi: probabilmente il suo ramo si interrompe.

Nel 1812 la famiglia lascia la tenuta di S.Petronio e Prospero 38 e i figli di Antonio ancora in famiglia col padre a quella data, Angelo, Matteo, Michele e Agostino, probabilmente si trasferiscono in una frazione, in quanto risultano "spatriati", forse a Bizzuno, dove nel 1814 nasce un figlio di Angelo.

Sono gli anni della grande carestia, delle malattie, del passaggio degli eserciti (vedi Storia di Lugo).

La moglie Francesca Toschi e Antonio muoiono a un anno di distanza, nel 1815 e nel 1816.

Angelo (ANGI0313), "detto Sabadino" si trasferisce nella zona di San Lorenzo, tornando cosi' al paese degli avi. Dal matrimonio con Caterina Guerra nascono nove figli: nel 1806 Giacoma (GIAC0431), nel 1809 Caterina Giovanna (CATE0432), nel 1810 Costantino (COST0430), nel 1814 Giovanni (GIOV0433), nel 1817-19-20 tre Antonio (ANTO0434-5-6), morti a pochi giorni, nel 1823 Buonafede o Bonafede (BUON0437) e nel 1826 Emidia (EMID0438).

I maschi che porteranno avanti la famiglia sono: Costantino (COST0430) e Giovanni (GIOV0433), che continuano la tradizione contadina e si diffonderanno nella zona di San Bernardino e Lavezzola, e Buonafede (BUON0437), che invece tornera' a Lugo, dando origine a una famiglia di commercianti, di cui pero' non si hanno notizie oltre la generazione dei figli.

Matteo (MATT0315) sposa nel 1816 Tomasa Burzacchi. Nel 1818 nasce Antonio Domenico (ANTO0440), nel 1819 Giovanni Michele (GIOV0441), forse morto bambino, nel 1821 Giovanni (GIOV0442), nel 1822 Gaetano Gregorio (GAET0443), morto a due giorni, nel 1823 Gaetana (GAET0444), nel 1826 Gaetano (GAET0445) e nel 1828 Angela (ANGE0446), morta a due anni.

Non si hanno piu' notizie dei suoi figli.

 

 

 

IL RAMO DI GIUSEPPE (GIUS0230)

Lo sviluppo del ramo di Giuseppe avviene senza Giuseppe.

Morto, come gia' detto, a 45 anni nel 1790, lasciando la moglie e sei figli da 0 a 11 anni, si prende cura della famiglia Vincenzo (VINC0302), figlio di Giovanni, come risulta da uno stato delle anime di 10 anni dopo. In questo Stato delle anime (SSG102) della parrocchia di San Petronio e Prospero, datato 1801, ma dalle eta' dei personaggi menzionati piu' probabilmente del 1800 o anche del 1799, risulta che la vedova Annunziata di 42 anni vive coi figli Giovanna di 20 anni, Luigi di 18, Caterina di 16, Francesco di 13, Antonio di 11 e Anna Maria di 9 e il nipote Vincenzo di anni 35, nella casa del Carmine.

Molto probabilmente Vincenzo, prendendosi cura della famiglia, aveva fatto da garante per la coltivazione del fondo con il proprietario. Curiosamente e' la stessa vicenda che succedera' esattamente cento anni dopo, nel 1890, al pronipote Giacinto (GIAC0570) che, morto a 47 anni, lascera' sei figli in giovane eta' e la garanzia del fratello Francesco li salvera' dall' essere cacciati via dal fondo.

Nello Stato Civile Napoleonico (ANL102 e seg.), intorno al 1810 la famiglia, composta da Vincenzo, Francesco, Giovanni Antonio, Caterina e Anna Maria, vive in "esterno S.Petronio e Prospero 10" , coloni. Probabilmente a questo indirizzo corrisponde sempre il fondo dell'ordine religioso del Carmine, che era in quella zona, sulla sinistra appena oltre la Madonna del Molino andando da Lugo verso S.Agata sul Santerno. Non lontano, al n. 38, abita la famiglia di Antonio, che si trasferisce nel 1812.

Forse nello stesso anno, o qualche anno dopo, si trasferiscono anche loro. Certo e' che nel 1819 la famiglia, con Francesco (FRAN0323) e Antonio (ANTO0324) ormai sposati e con figli, si trova nella "possessione dei Sinigaglia n. 89" sulla strada per Bagnacavallo ed e' cosi' composta: "Ponseggi Vincenzo, anni 48, nubile, colono, Francesco, 33, ammogliato colono, Giustina, 26, maritata, figli:Annunziata, 5, Giuseppe, 3, Maria Catterina, 1; Antonio, 31, colono, Susanna, 22, maritata, Luigia, mesi 9" (SSG104). Continua col ramo di Giuseppe la tradizione contadina della famiglia di Sabbadino.

A 27 anni nel 1813, Francesco aveva sposato Giustina Tesselli e Antonio, forse quattro o cinque anni dopo, Susanna Ricci.

Da Francesco nascono nel 1814 Maria Annunciata (MARI0451), che morira' nel 1831, nel 1815 Giuseppe Stefano (GIUS0452), nel 1817 Maria Caterina (MARI0453), nel 1820 Teresa (TERE0454), nel 1822 Luigi (LUIG0455) e nel 1825 Francesca Paola (FRAN0456).

Da Antonio nascono nel 1818 Teresa (TERE0460), nel 1820 Anna (ANNA0461), nel 1823 Giovanni (GIOV0462), nel 1825 Maria (MARI0463), nel 1828 Giovanna (GIOV0464), nel 1831 Angela (ANGE0465), subito morta, nel 1832 Vincenzo (VINC0466) e nel 1838 Angelo Tobia (ANGE0467), morto a due mesi.

Sposate le sorelle (Mattia Giovanna con Andrea Pirazzoli, Caterina con Francesco dalle Vacche, Anna Maria con Francesco Contarini), morto il fratello Luigi gia' nel 1807, un mese dopo la morte del figlio neonato Giuseppe, morto nel 1828 il buon cugino Vincenzo, che aveva dedicato la sua vita alla loro famiglia, restano i due fratelli Francesco (che rimane vedovo nel 1832) e Antonio.

Fra il 1835 e il 1837 si trasferiscono a Bizzuno.

Da qui, circa nel 1848, la famiglia di Francesco si trasferisce a Masiera, mentre quella di Antonio torna a Lugo nella parrocchia della Collegiata, come si puo' rilevare dallo Stato Civile Napoleonico del 1853 (SNL229): "Ponseggi Antonio fu Giuseppe anni 67, colono detto Sabadino, figli Giovanni (28), Vincenzo (21). Ricci Ponseggi Susanna fu Giuseppe (54). Ponseggi Primo di Vincenzo (1), Minguzzi Ponseggi Francesca fu Matteo (22) coniugata. Collegiata campagna".

Forse lo spostamento era gia' avvenuto nel 1847, visto che in SNL213 a Bizzuno troviamo solo Giuseppe e Luigi.

Dei figli di Francesco portano avanti la famiglia Giuseppe e Luigi, dei figli di Antonio solo Vincenzo, in quanto Giovanni muore celibe.

 

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